domenica 31 ottobre 2010

Famiglie e tasse

Il centro destra non può parlare di quoziente familiare per poi mandare nel dimenticatoio qualunque aiuto per le famiglie.

Nel nostro paese il welfare è stato sottoposto a troppi tagli, ormai è quasi azzerato. Invece di chiudere i punti nascita, come si è ventilato in questi giorni in regione, si taglino gli sprechi veri e si tassino le speculazioni finanziarie!

Mettiamo una buona volta le persone, le famiglie, gli studenti ed i lavoratori al centro del confronto politico.

venerdì 29 ottobre 2010

Famiglia, natalità e futuro

Abbiamo appreso dell'intenzione di alcuni di ridurre i punti nascita in regione, come se questo potesse servire di rimedio agli squilibri od alle criticità del sistema sanitario regionale. Se già di per sè la scelta appare incomprensibile e come tale inaccettabile ed irricevibile, siamo tanto più stupiti dal fatto che vengano indicati i poli di Gorizia e di Latisana, che servono aree vaste ed importanti della regione.

Noi crediamo che una sana (e seria) politica della famiglia, della salute, dei diritti reali dei cittadini non possa essere applicata con la scure dei tagli "a prescindere", crediamo che una seria (ed anche sana) politica del territorio debba valorizzare i centri già attivi e ben rinomati, crediamo che mettere la famiglia al centro delle attenzioni sia il vero investimento sul futuro.

Non raccontateci favole sullo sviluppo o sulla demografia, non lamentatevi di chi "fa più figli di noi" e non riempitevi la bocca di slogan e frasi fatte, oggi è ora di verificare nelle azioni reali la volontà e la serietà politica di ognuno.

Ha ragione Alessandro Tesolat, capogruppo UDC in consiglio regionale, a lamentarsi di certe ottiche ragionieristiche che mettono in primo piano un'economia di facciata, ma che trascurano le persone e le loro esigenze, ed evitano perfino la doverosa concertazione con gli enti locali.

Il punto nascita di Latisana, lo ripetiamo, non può essere nemmeno posto in discussione.

lunedì 25 ottobre 2010

Tasse, sempre tasse

Meno male che dovevano diminuire le tasse... in un momento di crisi come questa non si puo’ parlare con tanta superficialità di nuove tasse, di altre tasse, di tasse e basta; va invece capito e individuato bene "cosa" tassare.

E’ giusto tassare le speculazioni finanziarie, ma è assolutamente sbagliato colpire i risparmi degli italiani: bisogna mettere al riparo le famiglie ed i tanti risparmiatori che nei bot, nei cct, nei piccoli depositi investono per risparmiare.

Al contrario, è giusto (e doveroso) colpire i grandi speculatori che fanno un indecoroso mordi e fuggi della finanza italiana ed internazionale.


martedì 12 ottobre 2010

Il silenzio e le offese

Oggi dovrebbe essere e deve essere giorno di silenzio e riflessione; non entro nel merito delle guerre giuste o non giuste, perchè certamente doveroso è l'impegno, anche internazionale, ma altrettanto vero è che l'unica cosa certa di una guerra sono le sue vittime.

Ma, proprio in questo momento, trovo quanto mai sgradevole e ripugnante sciacallare sulle lacrime (altrui) per imbastire la solita miserrima polemica sul tricolore; leggete pure, dal Corriere della Sera di oggi...

Onore ai caduti.

venerdì 8 ottobre 2010

Federalismo senza cifre

Il federalismo senza cifre è pericoloso perché, pur essendo vuoto di contenuti e sostanza, ha una conseguenza concreta: sfascia lo Stato, moltiplica la confusione e consente alle Regioni di aumentare le addizionali, mettendo le mani nelle tasche degli italiani.

Finora questo processo è andato avanti grazie anche alla non ostilità di Pd e Idv. Non credo siano Alice nel Paese delle meraviglie: si rendano conto di ciò che sta accadendo e passino all’opposizione drastica verso provvedimenti che determineranno una nuova distanza tra Nord e Sud.

(da un pensiero di Pier Ferdinando Casini)

giovedì 7 ottobre 2010

La nuova legge elettorale

Nell’intervista al Tg3 Pier Ferdinando Casini assicura che la nuova legge elettorale è “nel cassetto”, pronta ad essere tirata fuori e approvata in 10 minuti appena prima delle prossime elezioni. “Una legge che è tutt’altro che un ribaltone”. Piuttosto, “ridà ai cittadini la possibilità di essere padroni della politica italiana”.

Silvio Berlusconi non parla più di elezioni anticipate? “Mi fa piacere che sia rinsavito e che voglia mantenere l’impegno con gli italiani, che l’hanno scelto e gli hanno dato la maggioranza di 100 parlamentari. Governi e faccia le cose”.

Eventuale discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo? Non è “un problema” ma “un’opportunità”. “L’unico problema che una persona non deve avere è la paura della concorrenza, chi ha paura della concorrenza ha già perso. Mi hanno dato per morto diverse volte, ho resistito a Berlusconi, francamente non credo d’aver paura di resistere ad altri”.

mercoledì 6 ottobre 2010

Intercettazioni e Costituzionalità

Si parla in questi giorni di un rinnovato interesse del governo a riguardo della legge sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali. A questo proposito, ribatto da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Alessandra Longo.

«Così com’è uscita dal Senato, la legge sulle intercettazioni va cambiata di tutto punto. Ci vuole un compromesso da trovare insieme. Se io fossi il presidente della Camera, terrei conto che la maggioranza vuole un iter rapido ma userei anche il buonsenso. E il buonsenso dice che viene prima la discussione sulla manovra». Pier Ferdinando Casini conferma la sua strategia nei confronti del centrodestra: niente piazze, niente aule occupate, «niente guerre tra guelfi e ghibellini». Dice il leader dell’Udc: «Io sono per l’opposizione costruttiva».

Onorevole Casini, adesso tocca alla Camera. Che cosa succederà alle intercettazioni ?
«Certo la legge non può passare così. La Camera non è l’ufficio timbri. Il bicameralismo, oltre le storture, ha questo di buono: i prodotti legislativi si possono migliorare».

Non sembra che il centrodestra abbia tutta questa voglia di rimetterci le mani.
«Ripeto: allo stato non è una legge votabile, non supererebbe il vaglio della Consulta. Il rischio è di fare un braccio di ferro inutile. Ci sono tre cose in questo provvedimento che proprio non vanno: sono rimasti fuori dalle deroghe reati fondamentali come il riciclaggio e l’estorsione; c’è poi questa faccenda dei 75 giorni di intercettazioni rinnovabili che non sta in piedi ed è evidente una gravissima violazione del concetto di libertà di stampa. Le multe agli editori comporteranno inevitabilmente uno squilibrio tra i poteri della proprietà e il principio dell’autonomia dei giornalisti».

Insomma, tutto o quasi tutto da tifare.
«Io non ho la strategia del tanto peggio tanto meglio. Io dico alla maggioranza: fermatevi, sediamoci attorno ad un tavolo e troviamo un compromesso che magari non soddisfa ma è meglio di niente».

E’ la teoria del meno peggio.
«E’ la mia teoria. Io voglio cercare di incidere fino all’ultimo minuto sul processo legislativo. Il ruolo dell’opposizione non è occupare l’aula o uscire dall’aula. Così si fa un favore grandissimo alla maggioranza. Alla fine si rischia che questi mettano la fiducia e la legge resti così».

Critico con l’Italia dei Valori e con il Pd: non si salva nessuno.
«In questi due anni alla Camera il Pd si è sempre comportato con estrema correttezza. Adesso sembra succube di Di Pietro. Lui occupa l’aula e loro escono dall’aula come risposta mediatica. Questa non è l’alternativa, come la intendo io».

Berlusconi va per la sua strada. Ha detto che per le intercettazioni si scaldano solo magistrati e giornalisti, cioè una minoranza targata.
«Non sono d’accordo. Nell’opinione pubblica c’è una contrarietà a 360 gradi su questo provvedimento ed esprimono malumore anche persone libere all’interno della maggioranza. Penso a Pisanu, a Pecorella, alla componente di Fini. Lo spazio per la discussione quindi c’è. Perché se è vero che una parte della magistratura è militante è anche vero che non si può licenziare un testo che penalizza l’intero corpo della magistratura e abbassa il tasso di legalità».

Lei è stato presidente della Camera. Se fosse Fini cosa farebbe?
«Un presidente della Camera deve conoscere il regolamento e avere buonsenso. Fini ha entrambi i requisiti».

Il buonsenso che cosa suggerisce ?
«Di prendere atto che la maggioranza vuole un ‘accelerazione sulle intercettazioni ma anche che non ci può mai essere una forzatura delle regole. Non è la corsa dei cento metri. E va detta anche un’altra cosa».

Dica.
«Le intercettazioni sono sul tavolo già da tre anni. La discussione sulla manovra adesso deve avere la priorità».

Casini, dentro il Pdl la corteggiano. Non è che pensa ad un rientro?
«Non abbiamo mai accettato ministeri, non cominceremo a farlo certo adesso, sarebbe umiliante per tutti. Io faccio un altro ragionamento: c’è bisogno di una fase politica nuova che metta assieme tutte le forze responsabili, che aiuti l’Italia in declino a risollevarsi. Ho letto l’intervista di Beppe Pisanu a Repubblica e mi ritrovo nelle sue parole».

Berlusconi crede nell’'autosufficienza.
«E’ lui il presidente del Consiglio. Se pensa che in questo Paese vada tutto bene, continui cosi».

Ma scherziamo?

Ribatto un "vecchio pensiero" a riguardo della politica italiana e delle strane priorità governative... Oggi siamo nella stessa situazione, si pensa prima ad un federalismo del quale nessuno ha il coraggio di indicare i costi, e poi alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese.

Mandare alla Camera prima il ddl intercettazioni e poi la manovra sarebbe puro umorismo, non è neanche politica. Qui si tratta di avere buon senso: c’e’ un decreto e un ddl di cui si discute da tre anni.

Il decreto ce lo impone l’Europa, e’ un’emergenza, e’ chiaro che si dovrà partire prima dalla manovra economica. Credo sarebbe irresponsabile dire agli italiani che abbiamo scherzato e che le intercettazioni sono piu’ importanti della finanziaria.

Capite che sarebbe umorismo e non politica.

(E' un libero pensiero di Pier Ferdinando Casini, che dovrebbe far riflettere in molti)

La Costituente di Centro

L'Italia ha bisogno di una profonda rigenerazione politica e morale. E' giunto di nuovo il tempo di fare appello alle sue migliori energie, allo slancio delle donne e degli uomini liberi, alla responsabilità delle donne e degli uomini forti per determinare una grande svolta nel futuro della Nazione.

Novant'anni dopo l'atto di coraggio di Luigi Sturzo, un nuovo coraggioso impegno è chiesto a chi crede nei valori della giustizia e della libertà.

Perciò nasce l'Unione di Centro, per proporre una nuova casa politica a tutti i popolari, i liberali, i moderati ed i riformisti italiani che avvertono con preoccupazione il vuoto etico e politico sul quale si basa l'attuale sistema dei partiti.

La cosiddetta Seconda Repubblica è fallita, non ha saputo ricostruire il corpo e l'anima della nostra democrazia. Non ha creato le basi di un nuovo patto istituzionale tra gli italiani.

Per questo nasce l'Unione di Centro. Per aprire un nuovo tempo della Repubblica. Per ricostruire i valori fondativi della democrazia italiana: l'interesse nazionale e il bene comune come esclusiva finalità dell'agire politico. La competenza, lo spirito di servizio, il senso dello Stato come modello di selezione della classe dirigente.

Il ruolo dei "corpi intermedi" nella gestione della cosa pubblica. La partecipazione popolare come motore della vita associata. Il dovere di "guidare" eticamente e politicamente il Paese, al di là delle effimere rilevazioni statistiche del consenso. La democrazia nei partiti e nei sistemi elettorali come unica garanzia di libertà per tutti gli eletti e per tutti i cittadini. La centralità del parlamento come sede legittima della formazione dell'interesse pubblico.

In questa "cornice di valori" la nostra democrazia avrà futuro.

A tutti gli uomini liberi e forti,
che in questa grave ora sentono alto il dovere
di cooperare ai fini supremi della Patria,
senza pregiudizi nè preconcetti,
facciamo appello perchè, uniti insieme,
propugnino nella loro interezza
gli ideali di giustizia e di libertà

(Luigi Sturzo)
 

Il futuro di Lignano Sabbiadoro

"Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere" (Gandhi)
Chi è, cos'è la Costituente di Centro per Lignano Sabbiadoro?

La Costituente di Centro è formata da "cittadini", da persone convinte di costruire insieme il futuro della Città e del Paese; un futuro fatto di donne e di uomini liberi, forti e coscienti del fatto che gli obiettivi si raggiungono con l'impegno di tutti.

La Costituente di Centro è una casa aperta a tutte le persone che credono in questo impegno comune e che hanno la certezza di poter raggiungere insieme un risultato fondamentale: cambiare la politica e la società cittadina come quella del paese, portando finalmente alla ribalta una nuova etica ed una nuova politica.

Questo è il nostro impegno e questa è la nostra volontà; abbiamo voluto delle grandi ali, ci siamo dati delle grandi ali, e su queste grandi ali le nostre idee ed i nostri valori volano davvero lontano.

Questo sito Internet è nato per condividere le notizie, le attività, i valori che la Costituente di Centro sviluppa e porta a compimento. E' un luogo aperto alle discussioni ed ai contributi di tutti: la casa è aperta a tutte le persone di buona volontà. Potete contattarci liberamente:

tramite posta elettronica: cdclignano@gmail.com
su Facebook: Costituente di Centro per Lignano Sabbiadoro
 

Ecco una buona idea (targata UDC)

Internet potrebbe diventare, un po' a sorpresa, il primo terreno di convergenza tra il neonato gruppo parlamentare di Futuro e Libertà e l'opposizione di centrosinistra: alla Camera è stata presentata una proposta di legge firmata da deputati finiani insieme a colleghi di Pd, Udc e Api per abolire l'obbligo di identificazione attraverso documento d'identità di chiunque si colleghi a una rete wireless aperta. Si tratta di una norma contenuta nel cosiddetto "decreto Pisanu" sulla sicurezza, nato per scongiurare il rischio di attentati terroristici e trasformatasi in un freno alla diffusione degli accessi a internet senza fili in Italia.

Se l'articolo 7 della legge fosse abolito, sarebbe finalmente possibile anche nel nostro paese dar vita a reti wireless aperte, che consentano l'accesso al web senza pastoie burocratiche. La proposta di legge, hanno spiegato in conferenza stampa il vicepresidente della Commissione trasporti (competente in materia) Luca Barbareschi (Fli), Paolo Gentiloni (Pd), Linda Lanzillotta (Api) e Roberto Rao (Udc), potrebbe trovare, laddove ci fosse sensibilità da parte del governo, una corsia preferenziale ed essere approvata entro il 2010 in sede legislativa a Montecitorio.

(tratto da "La Repubblica" del 6 ottobre 2010)

venerdì 1 ottobre 2010

E poi chiedono la fiducia...

Civiltà del lavoro

L'UDC regionale si è opposta all'ampliamento delle aperture domenicali dei negozi: a fronte di un impegno elettorale di 20 aperture, il PDL voleva portare il numero delle stesse da 26 a 28... E così il capogruppo Sasco si è giustamente opposto alla proposta!
 
Bene, questa è civiltà del lavoro: due domeniche in più o in meno non risolvono nulla, ed il diritto al riposo ed alla famiglia sono sacrosanti; almeno finchè saremo una Repubblica fondata sul lavoro, e non sulla rincorsa ad un'economia che non c'è più.
 
Brava UDC!