domenica 27 febbraio 2011

Quale federalismo per il Friuli Venezia Giulia?

Note da un incontro tenutosi ad Udine, il 26 febbraio 2011

Un momento interessante con la partecipazione dell'on. Angelo Compagnon, coordinatore regionale dell'UDC, del prof. Leopoldo Coen dell'Università di Udine, dell'on. Gian Luca Galletti, membro della Commissione Parlamentare per l'Attuazione del Federalismo Fiscale, e di numerosi amministratori locali.

Un momento di riflessione e di chiarimento sullo stato dei fatti, sulle altrui proposte e sulla posizione, netta e precisa, del nostro partito.



Partiamo da una considerazione importante: non siamo contrari al federalismo, anzi, ma vogliamo vederci chiaro e capire bene cosa può funzionare e cosa non può funzionare. Noi non ci schieriamo nè con l'uno nè con l'altro, noi guardiamo agli interessi ed alle necessità del paese e delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori.

E proprio per questo vogliamo riflettere e comprendere cosa davvero sia questo "federalismo". E' questa la politica della vera responsabilità. E tutti noi dobbiamo conoscere e capire la realtà dei fatti e di conseguenza la posizione del partito, anche per rispondere alle domande dei tanti amici e cittadini che si trovano a navigare tra molti dubbi e poche certezze.

Teniamo conto che quest'anno cade il decimo anniversario della riforma del Titolo Quinto della Costituzione (quello che, per capirci, si occupa delle regioni, delle provincie e dei comuni); ma oggi, a dieci anni di distanza, abbiamo più o meno autonomia di prima? Secondo recenti studi illustrati dal prof. Coen, a discapito dei tanti slogan e dei tanti comizi in salsa verde, oggi c'è meno autonomia, sia nelle regioni a statuto ordinario che in quelle a statuto speciale.

La stessa Corte Costituzionale tende ad esprimersi, nei fatti, in senso di tutela della "prevalenza", piuttosto che nel senso di tutela della leale collaborazione. Che cosa significa, questo? Il principio della leale collaborazione prevede che lo stato possa legiferare anche in materie di competenza regionale, purchè le regioni partecipino in modo attivo allo sviluppo della norma; in tempi recenti, invece, abbiamo assistito allo sviluppo di leggi multidisciplinari, complesse, farraginose, nelle quali la Consulta cerca di individuare una materia "prevalente" sulle altre; se questa è di competenza statale, tutta la legge viene di fatto considerata di natura statale, con buona pace delle autonomie!

Ma cosa resta, allora, del principio di coerenza tra risorse, poteri e responsabilità? Se il federalismo prevede che ogni "organo di governo", dal più piccolo fino ad arrivare allo stato centrale, abbia autonomia sia sulle entrate che sull'allocazione delle risorse, perchè stiamo cercando di responsabilizzare gli enti locali solo sul fronte della spesa, mentre centralizziamo sempre più la gestione delle entrate?

E' la favola della gestione secondo i cosiddetti "costi e fabbisogni standard", in base alla quale lo stato centrale impone all'ente locale un "prezzo" per ogni singola prestazione; noi diciamo invece che dev'essere prima di tutto lo stato a determinare i suoi costi standard, ed a consentire così agli enti virtuosi di dire "io so fare di meglio ed a minor prezzo, e quindi mi assumo io la responsabilità di questa prestazione".

Questo è ciò che noi proponiamo, non si può partire con delle imposizione stataliste, e poi chiamarle, per ulteriore scorno, "federalismo"!

L'assessore regionale Molinaro ha puntualizzato l'assurdo comportamento del governo, che da un lato propone un federalismo "di facciata", e dall'altro opera contro le regioni e le autonomie locali, come accade ad esempio nel caso dell'edilizia scolastica, dove si è stabilito che, dal 2009, debba essere il CIPE, cioè un organismo centrale, a stabilire su quali realtà scolastiche intervenire, ed in quale misura farlo. Questo è anti-federalismo!

Anche il consigliere regionale Sasco ha insistito sul fatto che il federalismo attualmente proposto dal governo non è di certo quella "terapia legislativa" che cura tutti i mali del paese, così come viene invece proposto ai cittadini. Noi siamo favorevoli ad un federalismo "ben fatto", e proprio per questo siamo contrari a "questo" federalismo.

Ma poi lasciateci dire che ci sono forze politiche che su questi slogan, su queste parole buttate al vento hanno costruito la loro fortuna... Se vogliamo davvero modificare le cose, apriamo una fase costituente, come andiamo dicendo da tempo noi dell'UDC, ed evitiamo provvedimenti raffazzonati che sono solamente delle emerite prese in giro. E prima di tutto, prima di pensare a cambiare una Costituzione apprezzata in tutto il mondo e, grazie al cielo, anche da tantissimi cittadini italiani, cerchiamo di attuarla nei tanti articoli e passaggi che sono ancora elusi dalla legislazione ordinaria!

Come ha detto l'on. Galletti tirando le fila dell'incontro, noi siamo un partito davvero fedalista, e proprio per questo, unici in parlamento, abbiamo votato contro la legge 42, perchè quello non è federalismo! Il PD si astenne, l'IDV addirittura votò a favore! Ma perchè votiamo contro? E' semplice... perchè non ci fidiamo.

Non ci fidiamo di mettere le chiavi del federalismo in mano a persone che appartengono ad un partito che nel suo statuto, al punto 1, dice letteralmente che "ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana". Per noi il Po è un fiume, la Padania è una pianura e Roma non è ladrona ma semplicemente la nostra capitale!

L'Italia ha bisogno di riforme vere, non solo fiscali. Noi siamo pronti a farle, noi vogliamo farle. La conclusione è semplice: noi sappiamo affrontare e risolvere i problemi delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese.

Siamo e saremo semplicemente il partito degli italiani.

giovedì 24 febbraio 2011

Il consenso dei tanti

E' notizia che la campagna di "tesseramento" all'UDC e quindi al nascente Partito della Nazione, abbia avuto un notevole successo, con numeri davvero inaspettati se consideriamo che in provincia di Udine siamo passati dalle circa 1000 "firme" dell'anno scorso alle 1800 di oggi, mentre nel solo capoluogo sono state superate abbondantemente le 500 tessere.

E' un segnale, un segnale importante, che dimostra come avere idee solide ed essere coerenti con i valori da sempre condivisi permette di fare breccia nelle coscienze delle tante persone che cercano un futuro ed una politica fatti di sostanza e di serietà.

Senza urlare, senza stracciarsi le vesti, senza picchiare i pugni sul tavolo, abbiamo saputo spiegare il perchè di una scelta, il perchè crediamo di avere in mano una politica diversa, nuova e responsabile. Un futuro diverso, fatto di concretezza e valori.

E sarà con il lavoro di tutti che riusciremo a realizzare i nostri desideri in ogni sfumatura; tutti insieme, liberi e forti.

martedì 1 febbraio 2011

Abbiamo scelto una strada diversa

A valle dell'incontro di gennaio con il presidente Casini, è giusto ribattere alcuni pensieri e considerazioni che sono frutto delle discussioni e dei confronti avuti.

La riunione è stata interessante soprattutto per due motivi: la presenza del presidente nazionale, che ha chiarito la posizione del partito e l'assoluta integrità e difesa dei valori che rappresentiamo, e l'ascolto delle tantissime opinioni degli amministratori locali, varie e diverse proprio in virtù della ricchezza politica e culturale che il nostro partito rappresenta.

Siamo aperti al cambiamento, crediamo che la collaborazione tra persone libere e forti, ciascuna in grado di portare sia la propria esperienza che la propria gioventù sia la base per costruire il nostro avvenire.

Siamo convinti che questa ricchezza ci dia la forza di essere il governo ed il futuro della nazione, e non per niente, come ricordato dal capogruppo regionale Alessandro Tesolat, quella di Udine è l'unica provincia del nord Italia che ha più sindaci dell'Unione di Centro di quanti siano i sindaci della Lega Nord!

E' un orgoglio silenzioso, è credere nelle proprie idee, è presentarle con il garbo e la moderazione che ci distingue, è ascoltare e lavorare per i cittadini, per le famiglie, per la nazione. E' tutto questo lavoro che porta i frutti che meritiamo.

Non per niente a Gemona del Friuli siamo al governo della città da soli, con "gli altri poli" all'opposizione. Si, entrambi "gli altri poli". Vediamo questo coraggio, dimostriamolo con i fatti di chi, credendoci, ha raccolto questo successo!

Stiamo realizzando un partito aperto alle diverse opinioni, che rispetta regole etiche e di coscienza importanti, che crede ad un forte radicamento sul territorio. All'interno dei nostri valori comuni, le diversità e lo scambio continuo di opinioni sono una ricchezza ed un valore aggiunto a favore di tutti.

Giovanni Barillari ci ha ricordato una regola fondamentale: non possiamo pensare di vincere se non abbiamo il coraggio di perdere. E quindi i nostri temi etici, la nostra volontà di salvaguardare la famiglia, i giovani, il futuro, questi valori comuni non sono mai messi in discussione, non sono merce di scambio, non sono e non saranno mai in vendita.

Non siamo tutti uguali... noi pensiamo ai problemi veri, a governare, ed altri discutono di cronaca rosa, di bunga bunga, del dove, del come, del chi.

L'Italia è una nazione vera, ed il Partito della Nazione ha una politica vera. Ago e filo, e ricuciamo l'Italia.

Il tempo della riflessione

Il Partito della Nazione ha accolto con estremo favore il pronunciamento del Consiglio Comunale di Lignano Sabbiadoro con il quale si è decisa la sospensione del progetto di riqualificazione del Lungomare Trieste nonchè l’istituzione di una commissione dedicata all'analisi ed al perfezionamento delle proposte progettuali.

Come abbiamo avuto già modo di affermare, questa è un'occasione per rivalutare ed ascoltare le numerose e ben qualificate istanze provenienti dai cittadini e dalle associazioni e forze politiche attive sul territorio.

Per quello che ci riguarda vorremmo che si focalizzasse l’attenzione sui quesiti da noi posti, anche durante l'incontro pubblico tenutosi al Centro Civico "Sandro Pertini", e quindi in particolare sul mantenimento dell’assetto viario esistente, che riteniamo di valenza storica, e della contestuale preservazione del patrimonio arboreo.

A tal fine ribadiamo il suggerimento di collocare i sottoservizi al di sotto dell'asse viario attuale, mediante una tecnica di trivellazione orizzontale, metodologia già ampiamente utilizzata con successo sia in Italia che all'estero e resa possibile dall'utilizzo di un sistema di teleguida.

Smantellare l'attuale sede stradale, che ricordiamo essere una sorta di "strada corazzata" di origine bellica, non può infatti prescindere da uno studio scrupoloso e quanto mai prudente delle eventuali ripercussioni a carico degli immobili e delle altre strutture, ripercussioni causate dal moto e dalle azioni di pressione e risucchio delle maree, che possono produrre notevoli cambiamenti nel sottosuolo, fino alla formazione di vere e proprie cavità.

Un simile intervento, quindi, richiederebbe senza dubbio un uno studio approfondito, da parte di professionisti di specifica competenza, con i tempi ed i costi che tutti possiamo immaginare, cosa che noi non riteniamo al momento adeguata alle reali necessità della cittadina.