In cima alla cosiddetta lista nera ci andrebbe il più grande debitore italiano,
la Pubblica Amministrazione.
Lo Stato che non paga le nostre aziende
fa svanire i sacrifici di una vita.
E quando i suicidi degli imprenditori schiacciati dai crediti non riscossi
vengono definiti omicidi legalizzati, è evidente che dietro un'espressione
particolarmente forte ci sono un grande malessere
e un senso di sfiducia da parte soprattutto delle
piccole realtà imprenditoriali che si sentono
abbandonate nella lotta contro la crisi.
Da queste parole del deputato dell'UDC Antonio De Poli deve partire una profonda riflessione, che deve sfociare in una ricetta semplice ed immediatamente attuabile per combattere i ritardi nei pagamenti.
Sono sufficienti due azioni: da un lato è necessario modificare il Patto di Stabilità, dall'altro, per affrontare l'emergenza, serve un'iniezione di liquidità a sostegno delle aziende in crisi. E' dunque arrivato il momento che anche le banche facciano la loro parte.
La Pubblica Amministrazione, in Italia paga 5 volte più in ritardo rispetto alla Germania che fa attendere i propri fornitori appena 35 giorni. Insomma, nel nostro Paese, a un'azienda italiana non conviene fornire un servizio agli Enti Pubblici.
De Poli giudica positivamente la proposta di Confcommercio di avviare un tavolo di lavoro con le Regioni e con le banche per avviare delle linee di credito garantite, che sarebbero una boccata di ossigeno per quelle aziende soffocate non dai debiti ma dai crediti non riscossi.
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