La presa di posizione dei sacerdoti e diaconi della Forania di Rosazzo in merito alle notevoli difficoltà che sta vivendo il Distretto della Sedia serve a sottolineare un problema che esiste da tempo, da prima della crisi del 2008 e riguarda quella che è sempre stata una delle aree economicamente ed imprenditorialmente più vivaci della nostra Regione.
L'area è stata colpita da una crisi che non solo ha prodotto chiusure di aziende, perdita di posti di lavoro, ricorso alla cassa integrazione, ma che ha fatto capire come la risposta alla crisi stessa richieda ricette nuove per la nostra realtà sociale.
Ad essa non si risponde efficacemente con il solo impegno, con il richiamo al valore del lavoro, tanto caro a noi friulani, ma si risponde anche con una nuova concezione del lavoro. Una nuova concezione che deve vedere il ricorso a forme di collaborazione tra le imprese, il ricorso a quel nuovo modello imprenditoriale che sono i contratti di rete, ad un maggiore attivismo sui mercati internazionali.
Giustamente i sacerdoti della Forania di Rosazzo si sono rivolti in primo luogo alle istituzioni, ad iniziare dalla Regione che, secondo me nel passato, in particolare nella precedente legislatura, avrebbe potuto cogliere l'opportunità di un contesto economico più semplice per dedicare maggiore attenzione al Distretto della Sedia. Comunque va detto che gli interventi della Regione possono servire a lenire una ferita, ad aiutare chi è in difficoltà, ma non a risolvere un problema che ha radici più profonde. Radici che fanno riferimento alla crisi internazionale ed al modo di fare impresa del Distretto.
Il Governo della Regione Friuli Venezia Giulia non è rimasto a guardare e vanno evidenziati alcuni degli strumenti messi in campo. Una parte con valenza regionale, una parte dedicata proprio al Distretto.
Penso alla manovra anticrisi approvata dal Consiglio regionale nel 2009 con la messa in campo di 450 milioni di euro dedicati a soccorrere il nostro sistema economico.
Penso alla legge regionale n. 176 del 31 gennaio 2012 contenente norme in materia di agevolazione dell'accesso al credito delle imprese con la quale si è semplificato il sistema delle incentivazioni riducendo gli strumenti a disposizione delle aziende ed unificando tempistica e procedure.
Penso al recente finanziamento regionale di 4 milioni di euro per sostenere l'attuazione di progetti a favore dei settori produttivi in crisi, tra cui anche il Distretto. Penso a tutto il sistema degli ammortizzatori sociali messo in campo con un impegno finanziario mai sostenuto prima dalla Regione.
Penso alle politiche attive del lavoro che nel corso dell'anno 2011 hanno visto, grazie all'intervento regionale, l'assunzione di 5.376 persone, l'impegno nei lavori socialmente utili di 1.800 cassaintegrati, l'impegno nei lavori di pubblica utilità di 1.100 disoccupati.
Sono cifre forse piccole in un mare agitato ma dimostrano un attenzione che c'è stata e che dovrà ora continuare attraverso l'impegno per la semplificazione di tutte quelle procedure burocratico-amministrative che fanno perdere tempo a chi lavora.
Per ultimo è secondo me doveroso riferirsi anche al sistema bancario che deve tornare ad una delle sue missioni originarie, ovvero quella di imprestare soldi a chi ha idee imprenditoriali, cosa che non mi sembra stia facendo in modo adeguato. In conclusione è giusto il richiamo alla Regione, ma per fronteggiare la crisi è indispensabile che ogni attore del sistema, banche, imprenditoria, istituzioni, si assuma le proprie responsabilità.
(Alessandro Tesolat, Consigliere Regionale UDC)

Nessun commento:
Posta un commento