domenica 6 novembre 2011

La necessità di un nuovo governo

Tratto da un'intervista di Giovanni Grasso
a Lorenzo Cesa, pubblicata su "L'Avvenire"

"Altro che ristoranti pieni, ho le netta impressione che il premier abbia completamente perduto il contatto con la realta''. Lo afferma ad Avvenire il segretario dell'UDC Lorenzo Cesa, che si si dice allibito "dal quadro roseo disegnato da Berlusconi, dovrebbe fare un giro nei quartieri, chiedere alla sua Caritas parrocchiale di come siano aumentate in maniera esponenziale le richieste di aiuto di assistenza".

Secondo Cesa, nonostante le sue affermazioni anche Berlusconi sa benissimo che non ce la fa più, e non certo per colpa delle opposizioni; a livello internazionale ha perso ogni residua credibilità, i sondaggi fotografano un calo vertiginoso dei consensi e molti dei suoi dicono, pubblicamente e privatamente, che ormai è solo un ostacolo.

Che altro deve succedere?

Sempre Cesa dice che "la prospettiva di un governo ampio di unità nazionale è ineludibile. Per il bene del Paese. Dobbiamo varare misure dure e nessuno schieramento, in queste condizioni, può farcela da solo. Penso al sostegno alle famiglie, alle pensioni, alle misure fiscali tra cui dovrà esserci la patrimoniale, a nuove norme sul lavoro e ad aiuti per le aziende. E ad una legge elettorale che eviti le ammucchiate e che restituisca al cittadino la scelta dei propri eletti".

Osserva poi Cesa che "se cade Berlusconi i nomi li fa il capo dello Stato, non il Pdl. Per il resto, non siamo disponibili ad appoggiare una maggioranza traballante. Dobbiamo fare un governo il più ampio possibile, che abbia dentro almeno il Terzo Polo, il Pdl, la Lega ed il Pd".

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